Le bestie hanno sempre fatto parte del nostro immaginario; appaiono nei miti, nelle storie, caratterizzano la cultura pop e dell’intrattenimento ed hanno sempre esercitato su di noi un fascino immutato, forse perché non sappiamo mai bene dove finiscono e dove cominciamo noi.
Sono disponibili in innumerevoli forme ma è solo nella nostra immaginazione che manifestano la loro vera grandezza.
Incarnano l’incontrollabile, l’indomito che ci spaventa e ci affascina allo stesso tempo. Le temiamo eppure ci sentiamo irresistibilmente attratti da loro. Il loro aspetto esteriore riflette il nostro io più intimo: le nostre paure e i nostri desideri profondi. Le bestie rappresentano ciò che crediamo di poter controllare e tuttavia desideriamo segretamente: istintività, impulsività, potenza grezza.
Il bestiale trascende ogni confine: temporale, culturale e fisico.
È indisciplinato e sfida la rigida classificazione.
La bestia non è né animale, né umana, né macchina, forse va anche oltre l’idea di avere un corpo.
Lo spettacolo è la prima parte del progetto Transgressing bodies: una riflessione più ampia che si inserisce nel contesto degli attuali dibattiti sociali, in particolare rispetto all’intelligenza artificiale, all’automazione ad alta funzionalità e al loro rapporto con gli istinti animali.
Overhead Project
Direzione artistica, coreografia Tim Behren
Performance, creazione Leon Börgens, Francesco Germini, Mijin Kim, Greta Salgado, Maiol Pruna Soler