
Ne è protagonista Maria Croce, una donna sola, emigrata dal Sud a Torino, che urla, vomita al mondo – e soprattutto all’amore della sua vita, “Giuvà” – la sua disperazione, come una Maria di Nazareth ai piedi della croce. E lo fa nel suo dialetto, il napoletano, con una divertente e agghiacciante litania che non risparmia nessuno, perché lei “mica tiene scritto sali e tabacchi in fronte?”: tutti sono coinvolti nel mistero della sua vita.
Il muro di parole con cui la donna ci investe si fa preghiera di eternità e di redenzione per sé, per suo figlio in carcere e per tutto il presepio di personaggi dannati a cui si rivolge.
Con Stabat Mater, il Premio Oscar Luca Guadagnino firma la sua prima regia teatrale e unisce sensibilità e realismo in uno spettacolo coinvolgente e profondo.